antiossidante contenuto nell'uva

Il trans-resveratrol, un antiossidante potente contenuto nell’uva

Il trans-resveratrol è la forma farmacologicamente attiva del resveratrolo, un composto fenolico formato da due anelli aromatici uniti da una breve catena lineare di carbonio. Le proprietà in vitro del trans-resveratrol sono sorprendenti, anche se la sua efficacia in vivo non è del tutto rispondente alle aspettative

Resveratrolo e trans-resveratrol

Nel settore degli integratori alimentari il trans-resveratrol ha trovato negli ultimi anni grande diffusione. Nella maggior parte dei prodotti, è indicato semplicemente come resveratrolo, ma le due diciture sono esattamente equivalenti? Non proprio: la molecola di resveratrolo, infatti, esiste in due differenti isoforme: cis-resveratrol e trans-resveratrol. La composizione chimica delle due isoforme è la medesima, ma l’organizzazione tridimensionale è differente. Questa piccola differenza è in realtà una differenza enorme, perché solo la forma trans- ha le proprietà benefiche che rendono famosa questa molecola, mentre la forma cis- è farmacologicamente inattiva. Nella dicitura generica rientrano entrambe le isoforme, mentre nei prodotti contenenti solo trans-resveratrol, il principio attivo è presente in forma pura.

Il resveratrolo è un fenolo non flavonoide e una fitoalessina, viene prodotto da numerose piante in risposta ad attacchi batterici e funghi. E’ utilizzato come integratore alimentare e viene studiato su modelli di molte malattie umane. Le sue attività biologiche sono state analizzate in un grandissimo numero di studi che ne hanno individuato i meccanismi di azione e le proprietà.

Il Resveratrolo è in grado di fungere da importante “segnalatore” cellulare nei processi infiammatori, nella risposta immunitaria a infezioni e stress. Esso inibisce la proliferazione di cellule tumorali provocandone l’apoptosi (la morte cellulare programmata).

Dove si trova il trans-reveratrol?

I cibi antiossidanti che contengono il trans-resveratrol sono molti, ma la sua presenza è tradizionalmente associata alla buccia dell’uva nera. Anche in bacche, cacao, noci, arachidi, mirtilli, fragole e pistacchi è possibile trovare questa molecola, che risulta uno dei composti dalle capacità antiossidanti più elevate in natura. Nelle piante, il trans-resveratrol è utilizzato per le sue capacità protettive nei confronti delle infezioni di funghi e batteri. Per questo motivo le viti coltivate con uso intensivo di pesticidi e fungicidi ne contengono quantità modeste, non essendo soggette a questo tipo di infezioni. Gli integratori commerciali sono prodotti estraendo il principio attivo dalle radici di una pianta infestante di origine asiatica, il poligono del Giappone.

Proprietà antiossidanti e cardioprotettive

I test in vitro, effettuati su colture cellulari, hanno dimostrato che il trans-resveratrol ha straordinarie capacità antiossidanti. Questa attività è esercitata mediante la regolazione dell’espressione genica delle cellule, che sono indotte a produrre una grande quantità di enzimi antiossidanti e a spegnere la produzione di enzimi pro-ossidanti, riducendo fortemente la presenza di radicali liberi.

Nelle vene e nelle arterie la circolazione del sangue è favorita dalla ridotta formazione di placche, dall’inibizione della proliferazione delle cellule della muscolatura dei vasi,da una generale vasodilatazione e dalle capacità anticoagulanti.

Altri effetti del trans-resveratrolo

Altri studi hanno dimostrato la capacità di questo composto fenolico di contrastare le infiammazioni, ridurre l’invasività e promuovere la morte delle cellule tumorali, proteggere dall’insorgenza di malattie neurodegenerative e finanche di ridurre il grasso corporeo.

Biodisponibilità del principio attivo

Se in vitro l’efficacia del trans-resveratrol è indiscutibile, in vivo non ci sono ancora evidenze chiare circa la sua reale efficacia e sulle dosi più appropriate di assunzione. Una volta ingerito, il trans-resveratrol viene rapidamente assimilato dall’organismo ma altrettanto rapidamente degradato dal metabolismo a livello epatico. Pertanto, l’assunzione di dosi elevate a intervalli di tempo dilatati potrebbe essere una strategia di assunzione poco efficace. Assumere quantitativi minori di principio attivo ma con costanza nel tempo, invece, potrebbe rappresentare una via più efficiente di assimilazione.

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