L’aumento del prezzo del carburante, in vigore dal 1 dicembre 2022, ha destato polemiche e preoccupazioni in tutta Italia. Lo sconto sulle accise che era stato promulgato dal Governo Draghi lo scorso marzo, è stato dimezzato dal decreto del Governo Meloni: provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 novembre. Una decisione che ha suscitato molte critiche alla maggioranza di Governo e che si ripercuoterà nel medio termine, sul bilancio economico delle famiglie italiane. Va sottolineato che lo sconto sulle accise così come realizzato dal Governo Draghi è costato alle casse dello Stato più di 5 miliardi di euro.
Abbiamo analizzato questa situazione insieme a Matteo della Concessionaria Grignani.
Benzina e diesel: cosa prevede il decreto
Il decreto del 23 novembre scorso ha tagliato lo sconto sulle accise del carburante. Le misure di contenimento delle accise restano in vigore fino al 31 dicembre 2022, ma hanno subito un dimezzamento a partire dallo scorso 1 dicembre. Lo sconto sul carburante è passato dai 30,5 centesimi del Governo Draghi ai 18,3 centesimi al litro previsti dall’esecutivo Meloni. Sulla riduzione della percentuale di sconto si sono subito mosse le associazioni dei consumatori che hanno evidenziato l’inopportunità della decisione, in considerazione del momento storico ed economico, e fatto una stima della spesa che gli italiani dovranno affrontare nei prossimi mesi.
Le categorie più penalizzate sono quelle che devono utilizzare la macchina per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Le stime prevedono una spesa di 6 euro in più per ogni pieno, che si traduce in un rialzo medio di circa 146 euro a famiglia all’anno. “Il quadro generale – spiega il presidente di Codacons – potrebbe essere destinato a peggiorare, con un aumento dei prezzi al dettaglio dei beni trasportati“. In Italia, infatti, l’85% della merce viaggia su gomma e l’aumento del prezzo del carburante potrebbe influire anche sui prezzi di listino dei prodotti venduti al dettaglio.
Consumatori e caro carburante: cosa cambia dal 1 dicembre
Lo sconto delle accise sul carburante è stato dimezzato a partire dallo scorso 1 dicembre. L’aumento del prezzo per la benzina e il diesel è stato di 12,2 centesimi al litro, mentre quello del GPL di 2,3 centesimi. Nel dettaglio le accise sulla benzina sono passate da 47,84 a 57,84 centesimi al litro; quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 e quelle sul GPL da 18,26 a 26,67. A questi aumenti va aggiunto anche il costo dell’IVA, che sui carburanti è al 22%. Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 novembre 2022, è valido fino alla fine dell’anno. Rispetto a marzo 2022, prima del taglio delle accise promosso dal Governo Draghi, i prezzi del carburante sono inferiori di 15 centesimi.
A fine dicembre, salvo ulteriori proroghe, ci sarà un rialzo di altri 18,33 centesimi al litro che riporterà il prezzo del carburante a quello effettivo. Da marzo a novembre lo Stato ha stanziato 5,1 miliardi di euro per la riduzione delle accise sul carburante: una misura che ha avuto un impatto pesante sulle casse dello Stato e che il Governo Meloni ha deciso di dimezzare. La riduzione delle agevolazioni sulle accise non è valida per gli autotrasportatori. Il Governo ha chiarito che gli autotrasportatori “possono contare su regimi agevolati“: una misura che vuole contrastare le previsioni delle associazioni dei consumatori sul rincaro dei prezzi dei beni di consumo che viaggiano su gomma.
I rincari sul carburante sono “calmierati” dalla diminuzione dei prezzi di benzina e gasolio e dalla ripresa dell’euro sul dollaro. Da inizio dicembre le quotazioni del petrolio Brent sono passate da 95 a 85 dollari al barile, con una diminuzione di 10 centesimi; mentre l’euro è tornato a 1,04 dollari, un dato che non si registrava dallo scorso giugno. Le rilevazioni di Staffetta Quotidiana, a dicembre, prevedono che il prezzo medio della benzina si attesti sui 1,65 euro al litro, mentre quello del gasolio a 1,73 euro al litro.
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